Anche Claudio Palazzo passa da giocatore, raggiungendo tornei ATP come gli Internazionali d'Italia a coach, ma tra le due fasi c'è stata una lunga pausa. A cosa è dovuta? Al fatto che da fresco atleta aveva difficoltà a capire come alcuni giocatori non riuscissero a fare determinati movimenti o perché facessero certi errori. Una volta pulita la testa e interiorizzata più calma inizia ad allenare. Si specializza con ragazzi dai 8 ai 16 anni circa, vuole preparare un percorso che li accompagni negli anni verso un livello alto.
Gli equilibri nel team sono essenziali, da poco Claudio per i giocatori più esperti è affiancato da mental coach, per il resto si interfaccia con il giocatore e la sua famiglia. Il rapporto con i genitori è chiaro, come dice Claudio: «Nel pollaio c'è un solo gallo», ottimo avere il supporto della famiglia e i limiti sono chiari: non ci si intromette sulla tecnica, altrimenti ci si può rivolgere anche ad un altro circolo. Per Claudio sono fiducia e onestà con i genitori un elemento chiave.
Il tennis è una questione di soldi? Di certo aiutano e in ogni caso ci si può spostare tra diverse situazioni economiche. Poi professionista lo diventa chi in un mese guadagna sufficientemente un mese per pagare quello successivo. Il talento è anche una questione importante che sta alla base dello sviluppo di un tennista, «Poi chiaro, se nasci trota non muori salmone».
E c'è un'età giusta per mollare il sogno se non si è "salmone"? Non esiste una regola, come abbiamo visto anche tra gli italiani ci sono giocatori come Vanni e Lorenzi che hanno raggiunto i top 300 all'età di 32 anni.
Se la questione è puramente economica e si vuole raggiungere un pareggio di bilancio si deve stare tra i primi 100. Partendo dunqua da una base di guadagno di 60.000 euro con gli Slam, si riesce a pagare coach, fisioterapista e il resto del team che segue un tennista.
Nel lavoro del coach è importante anche la pianificazione della stagione con i tipi di tornei ai quali iscriversi. Un terzo è bene che siano di un livello inferiore al giocatore, un terzo alla pari e infine un terzo superiore. Questo equilibrio è essenziale per arrivare con giusto spirito alle partite più difficili, avendo immagazzinato esperienze positive. Video-analisi? Direi che è utile a chi è già un ottimo giocatore per passare da perfetto a perfettissimo, errori grossolani si vedono ad occhio nudo, o almeno un coach lo può fare.
La mentalità da avere in campo non è di veder l'avversario perdere, ma di andare a vincere.
Per chi volesse seguire Claudio Palazzo troverete di seguito i link a:
Profilo Facebook Claudio Palazzo
Volete riascoltare l'intervista? È disponibile a questo link
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