Flora Perfetti è ora coach con un passato molto avvincente. Nel '97 ha raggiunto il 54° posto nel ranking mondiale ed è stata in Fed Cup, lascia il professionismo nel 2000, ma ancora oggi partecipa a tornei. Da piccola si è allenata molto contro il muro, che consiglia a tutti i giocatori di fare per crescere, stando attenti ad essere preparati fisicamente: le risposte arrivano ad una velocità costantemente intensa. Inizia a giocare a Faenza ed a 12 anni ottiene dei buoni risultato. Anche se verso i 18 questi risultati non continuano ad affiorare, un preparatore atletico nota che c'è stoffa sulla quale lavorare e la incoraggia ad avvicinarsi ai tornei da 15 mila dollari, che tendenzialmente Flora gioca in Italia.
Riesce a raggiungere la quotazione di 280° al mondo e qualificarsi agli Internazionali d'Italia. Esce al primo turno, ma il direttore del torneo le dice di restare, nel caso fosse ripescata come lucky loser nel caso un'altra giocatrice lasciasse il torneo. E così accade: stava già tornando verso casa e viene richiamata, ritorna in campo sostituendo Jennifer Capriati e sfida un'atleta tedesca, numero 30 al mondo. La vittoria la travolge, per la prima volta si trova nell'occhio del ciclone tra telecamere e conferenze stampa, al turno successivo gioca contro Gabriela Sabatini. Nel primo set con tutto il tifo e il caos che la circondano non riesce a seguire gli avvenimenti, poi si riprende nel secondo, giocano alla pari fino a fare un fatidico errore di volée al tie break.
Ancora una qualificazione di spessore arriva poi con gli Australian Open, ai quali non partecipa per una difficoltà ad allontanarsi da casa, essendo sempre stata abituata a giocare vicino.Lascia la carriera agonistica all'età di 31 anni. Sceglie di dedicarsi a famiglia più che al gioco nel momento che secondo Flora è ideale per un atleta: corpo completamente sviluppato e mente equilibrata.Notiamo che dall'Emilia-Romagna provengono molti campioni, secondo Flora può influire il fatto di essere giovani e vedere i campioni da vicino, accresce il desiderio di emularli e seguire questa strada.
Ora Flora è coach, non è necessario esser stato giocatore per allenare bene, ma può aiutare a capire dinamiche mentali, ma anche logistiche sui spostamenti. Uno dei lavori principali per un tennista è abituarsi alla solitudine. Il lavoro è – secondo Flora – suddiviso così: 50% mentale, 35% atletica, 15% tecnica. Lo ha dimostrato in campo essendo una giocatrice che non molla mai e di cui abitudine a lottare ha fatto la differenza anche fuori dal campo. «Non lascio nemmeno una pallina ed esco dal campo sempre col calzino rosso».
«Il mio miglior colpo? Il rovescio, ma anche il servizio, il colpo emotivo per eccellenza».
Per chi volesse saperne di più sul lavoro di Flora Perfetti troverete di seguito i link a:
Profilo Facebook Flora Perfetti
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