Gianfranco Menga è cresciuto nel circolo del padre raggiungendo un livello tennistico che gli ha permesso di ricevere una borsa di studio per volare ad allenarsi in Florida nell'Accademia di Nick Bollettieri – allenatore competente e carismatico – che all'epoca era in fase di sviluppo. Il metodo utilizzato era già molto preciso: ad esempio Bollettieri non voleva utilizzare la macchina lanciapalle, un maestro su ogni campo ad insegnare esclusivamente un solo colpo. Arrivato negli Stati Uniti Gianfranco ha trovato pochi italiani, sarà per la rigidità del metodo, sarà per la lontananza da casa. Lo stile di allenamento lo ha colpito, già si dava rilievo all'importanza del lavoro mentale, tutti gli atleti venivano trattati allo stesso modo, anche se talentuosi. Curiosità del sistema era la celebre blacklist nella quale finiva chi magari non stava alle regole e veniva letteralmente multato. Un ricordo indelebile degli allenamenti resta il killerforehand, il dritto assassino, essenziale per poter vincere. In confronto, oggi il servizio ha certamente un ruolo più rilevante. Gianfranco collabora anche con due team spagnoli: a Valencia con la MTA con Gonzalo Lopez e a Barcellona con la BTA.
Segue il corso per diventare maestro a Roma, della durata di un anno, dove si confronta con Pistolesi, Canè e di cui progetto era supervisore Panatta.
Istituisce Tennis Village Italia, iniziato prima ad Ischia è poi diventato uno stage itinerante della durata di un weekend lungo, nel quale affianca campioni e ragazzi giovani.
Per chi volesse saperne di più sul lavoro di Gianfranco Menga troverete di seguito i link a:
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Volete riascoltare l'intervista? È disponibile a questo link
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