Walter Klinkon: migliorarsi per poter migliorare gli altri
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  • Immagine del redattoreRiccardo Riosa

Walter Klinkon: migliorarsi per poter migliorare gli altri

Walter Klinkon ha preso le emozioni e le ha messe al centro del suo lavoro, utilizzando il potere delle parole per ispirare le persone a migliorarsi. Lo ha fatto anche con Tennistars, essendo amico d'infanzia di Riccardo Riosa, spingendolo a far partire il progetto Sotto Rete. Il tutto usando le parole giuste, apprese con anni di studi e ricerche sulla linguistica.


La motivazione che lo spinge? Aiutare gli altri. Anche nel momento in cui in Covid ha fermato le docenze e spettacoli in programma, la reazione di Walter è stata fulminea, passando immediatamente al webinar per mettere a disposizione le sue competenze, per acquisirne di nuove e per mettere a disposizione anche chi gravita attorno a lui. È una sana abitudine donare: alcuni dicono sia sano donare la decima parte del proprio guadagno, Walter crede nel dono. Meglio se si tratta di un euro al giorno che di grosse cifre una tantum, un po' come quando ci si allena, no? Meglio due o tre allenamenti di un'ora alla settimana che dedicare un'intera domenica al mese al tennis, se ne esce stanchi e ben poco soddisfatti del risultato. La donazione, anche definita donazione sistemica, è bene farla quando si sta bene, tornerà quando ce ne sarà bisogno. Se poi l'aiuto lo si riceve senza essersi messi a disposizione prima, magari ci si potrebbe sentire in colpa.


Walter confida la sua storia, di esser partito da un'esperienza scolastica che era una sofferenza, fino a capire che se si studia si esce dalla scuola e il brutto periodo di questa galera dura meno. L'idea nasce da un metaprogramma che spinge una persona “via da” qualcosa, chiaramente esiste anche la controparte che direziona “verso” qualcosa.

Il tutto lo mascherava con le risate che coprivano i suoi problemi, fino a far diventare queste risate una corazza che gli permetteva di sopravvivere.


Fino ai diciannove anni Walter non aveva tutta 'sta voglia di lavorare o dedicarsi a qualcosa, poi la leva militare, combinata con l'educazione del padre, gli insegnano la disciplina. Si ritrova in una situazione difficile che lo porta a fare i più svariati lavori dal barista al elettricista, fino al muratore entro i ventiquattro anni. Passa un anno a Londra per provare l'esperienza e imparare la lingua: inizia come lavapiatti fino a diventare capo cucina, poi rientrato a Trieste si convince di essere ormai troppo vecchio per poter aspirare a qualcosa di speciale.


Poi scopre la PNL, programmazione neurolinguistica, che gli apre gli occhi e gli fa capire di potersi rapportare con le persone in un altro modo, meglio. Inizia a vedere come ciò che si fa non è il fine stesso, ma il mezzo per altro. L'esempio dell'allenatore è perfetto: fare il coach è lo strumento per rendere l'allievo migliore. Ed ogni aspetto di sé può essere allenato per migliorarsi, dalla memoria agli occhi per poter vedere più cose simultaneamente. Sta alla persona migliorarsi per poter migliorare gli altri.


Così nasce il “Mago della formazione”: Walter unisce più cose che ha imparato per poter impattare la vita degli altri, attraverso la magia che usa come strumento per ispirare e formare per poter comunicare meglio.


Walter ci racconta alcuni estratti di come ragiona la mente umana. Passando dalle tre parti del cervello che lavorano costantemente in interscambio: - il cervello rettiliano, che è l'istinto di sopravvivenza che porta alle reazioni spontanee

- il cervello limbico, che ragiona su come funzionano le cose e le racconta - la neocorteccia, che prende le decisioni ed elabora le strategie in base a ciò che è stato elaborato in precedenza

Si passa al'importanza di alcuni ricordi “paradossale-azione-vivido” per poter far riemergere ricordi lontani – come può per esempio essere l'11 settembre 2001 e dell'importanza del riconoscere. Riconoscere le persone attraverso il loro nome, oppure delle cose e del loro valore, di cui spesso non si sa il passato e dunque del perché hanno valore.


Fino a raggiungere l'importanza dell'equilibrio, che non è l'assenza di movimento, ma movimento costante basato sulla influenza degli agenti esterni. Come dice Julio Velasco: “voglio schiacciatori che attacchino palle alzate male”, in sostanza essere pronti a tutte le evenienze, scegliere il tiro migliore in base al tiro ricevuto. Sta all'attaccante reagire con lamentele sulle palle alzate male o piuttosto con rinforzi positivi di palle buone con un semplice complimento del lavoro fatto, riconoscendone il valore.


Spesso c'è quindi la necessità di capire come comunicare: prima decodificando chi abbiamo di fronte, profilando la persona e poi passando all'influenza. In questo senso è molto utile porre attenzione alle parole ALF oppure BOC. Le parole ALF sono alte, in luce e fluide, le BOC sono buie, oscure e chiuse. Un esempio pratico può essere passare dalla frase “stai giocando male” a “fino ad ora non hai giocato bene”.


Qui attenzione a chi, spesso nella PNL dilettantistica, sconsiglia l'uso del “non”: piuttosto lo si può usare con testa, è uno strumento che può rinforzare un concetto.


Come rapportarsi alle persone? Un esempio con 7 principi lo ha sviluppato lo psicologo statunitense Robert Cialdini: step 1: consenso, che si può ottenere attraverso ironia e simpatia step 2: reciprocità, se si è ricevuto un dono si torna un dono del valore simile o superiore step 3: autorevolezza, alias referenze step 4: riprova sociale, i numeri che confermano, es. visualizzazioni Youtube step 5: scarsità, le offerte che finiscono, il numero residuo è scarso step 6: impegno e coerenza, si basa sulle credenze, ovvero se si crede in qualcosa dunque ci si comporta in un dato modo step 7: spirito di appartenenza: noi




Per chi volesse saperne di più sul lavoro di Walter Klinkon troverete di seguito i link a:






Volete riascoltare l'intervista? È disponibile a questo link



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