Una vita in campo: Vincenzo Santopadre
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  • Immagine del redattoreRiccardo Riosa

Una vita in campo: Vincenzo Santopadre

Scopriamo subito che in questo momento Vincenzo Santopadre si trova a Roma, mentre Matteo Berrettini, che lui allena, è in Florida, a Boca Raton, vicino ad un campo nel quale si può continuare ad allenare quattro volte alla settimana. Oggi è anche Direttore Tecnico della Rome Tennis Academy, progetto dedicato ai soli agonisti dai juniores in poi.

Tra gli agonisti che hanno già passato periodi di infortuni magari saranno abituati a periodi di pausa come quelli di oggi, di certo si può continuare a lavorare su altri aspetti: mentale, fisico, prevenzione infortuni, capacità di pazienza. Il tempo a disposizione servirà a capire chi siamo e verso dove vogliamo andare. Ripartire sarà come nella formula uno in seguito ad un incidente. Si torna alle linee di partenza e si ricomincia tutti da zero.

Questi sono valori molto importanti per il tennista inteso come persona, infatti anche fuori dal campo si valuta costantemente se il giocatore è pronto al cambiamento, poi riporta questa qualità in campo, magari con la reazione ad un rimbalzo.


Vincenzo inizia a giocare a otto anni, spesso contro un muro e su superfici sconnesse, che gli hanno permesso di diventare particolarmente veloce. Fino ai tredici anni giocava anche a calcio, oltre che tennis al Parioli, ed ha raggiunto il momento della scelta, sacrificando ovviamente il calcio. D'altronde Vincenzo sa che ci sono scelte inconsapevoli e scelte consapevoli, le seconde si saprà solo in seguito se sono giuste o sbagliate.


La carriera agonistica di Vincenzo, ex nr. 100, è iniziata seguendo Alberto Castellani: all'epoca il tempo era più rallentato, i genitori più tranquilli e ci si fidava molto dei maestri. Oggi ci sono tornei ogni settimana, ci possono essere pro (se questa settimana non va bene ci si può rifare), ma è da tenere in considerazione anche i contro (magari ci si impegna meno nel torneo in corso). Il tennis giovanile oggi conta poco, spesso è l'avversario che perde, un professionista deve essere in grado di andare a cercare la vittoria mettendo in difficoltà un avversario preparato. Inoltre, in passato poteva bastare un dritto potente, oggi bisogna essere completi – resta invariata la solidità del giocatore.


Come coach Vincenzo ci confida le tre caratteristiche del coach del futuro, che deve essere bravo a provare tutte le strade per far appassionare un giocatore alla disciplina:

- saper ascoltare

- comunicazione coerente

- analisi tempi di intervento


Di certo essere un ex giocatore non è necessario per essere coach, ma può aiutare. Anche perché la forza dell'immaginazione a volte batte il vissuto.


Gli obiettivi tecnici di Berrettini al momento? Scendere di più a rete. Gli spostamenti possono risultare più importanti della tecnica, riuscendo ad arrivare in tempo o addirittura in anticipo sulla palla, che sembra quindi più lenta.


Concludiamo con i tre pilastri del tennis secondo Vincenzo Santopadre:

- conquistare spazio

- rubare il tempo

- tirare dove non c'è l'avversario



Volete riascoltare l'intervista? È disponibile a questo link



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