Una vita a cento all'ora per Fabrizio Calderone
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  • Immagine del redattoreRiccardo Riosa

Una vita a cento all'ora per Fabrizio Calderone

Dopo una buona carriera da giocatore, nella quale si è principalmente dedicato al piacere del gioco, decide di voler vivere di tennis e sceglie un modo alternativo e coraggioso per farlo. Passando per una buona formazione in prima istanza, diventa poi Global Tour Manager per Prince, ingaggiando atleti nei tour mondiali. Dopo un'esperienza così forte decide di fare un passo ancora più importante aprendo l'agenzia di servizi Tennis Consulting per poi collaborare con Diadora ed occuparsi di atleti del calibro di Schiavone, Ljubičić, Ferrero. Ha attentamente analizzato la presenza dei vari marchi sportivi in vari territori, notando l'importanza dell'investimento a lungo termine: là dove il marchio non è presente in pochi mesi perde anche vendite.


Esperienza degna di nota fatta anche in Asia per la federazione tennis cinese. L'impatto con una cultura così lontana dal nostro mondo si è fatta sentire, Fabrizio ha cercato di portare la cultura del lavoro fisico fatto in modo più tattico e razionale, per non puntare come spesso accade solo di potenza. Ad esempio l'idea di evitare scambi con palline tirate al massimo per tempi lunghi, ma valutare di tirare qualche pallina alta e lunga per darsi il tempo di ragionare, prendere una pausa mentale e poi vedere come si comporta avversario.


Non solo giocatori cambiano, anche le varie tipologie di pubblico che si può trovare in giro per il mondo sono molto diverse tra loro: i più corretti sembrano essere a Wimbledon, osservando il silenzio, i più competenti ai Roland Garros, anche se pure gli italiani hanno una grande cultura del tennis.


Ai Roland Garros Fabrizio porta anche Stephan Houdet, buon giocatore che in seguito ad un incidente in moto ha dovuto subire un'amputazione della gamba. Prosegue gli allenamenti fino a tornare in campo, raggiungendo la vittoria dell'ambito torneo parigino in carrozzina.


Fabrizio poi inventa smatch.me, app con la quale un giocatore crea il proprio profilo, si geolocalizza e può scoprire se intorno a se ci sono altri giocatori – e di che livello sono – o istruttori disponibili per incontrarsi in campo.


Inoltre si attiva nel sociale con Lorenzo Turchi e creano Tennis for Africa, portando sul continente materiale usato che è ancora in buone condizioni per essere usato, formazione per maestri, appoggio di testimonial per poi portare i ragazzi via dalla strada. Attualmente molto attivi in Sierra Leone, Tanzania e Kenya.




Per chi volesse seguire Fabrizio Calderone troverete di seguito i link a:





Profilo Facebook Fabrizio Calderone



Volete riascoltare l'intervista? È disponibile a questo link




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