Un punto di vista differente: a Sotto Rete l'arbitro internazionale Romano Grillotti
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  • Immagine del redattoreRiccardo Riosa

Un punto di vista differente: a Sotto Rete l'arbitro internazionale Romano Grillotti

Romano Grillotti si ritrova su un campo da tennis a fare il giudice di linea per caso, grazie ad un amico che lo porta con sé. E non ad una partita qualsiasi: in campo stanno giocando Becker e MrEnroe la finale ATP Milano del '84. Romano ne rimane estasiato, si avvicina all'arbitro e gli chiede qualche informazione su come si fa a fare questo di mestiere. Luigi Brambilla – l'arbitro di quella finale – non appena sente l'età di Romano, 37 anni, gli dice che ormai il tempo per intraprendere questa carriera è passato. Mai nessuna frase fu così motivante: Romano studia, inizia ad arbitrare qualche partita di livello più modesto e nel '88 a Roland Garros acquisisce il titolo di arbitro internazionale. Prima lavora come freelance, per molti anni, poi viene chiamato ad arbitrare le finali del torneo ATP di Francoforte nel '97 – solitamente solo gli arbitri sotto contratto arbitrano le finali – ed infatti viene assunto.


La sua vita cambia, inizia a programmare l'anno che verrà con la stessa modalità con cui si preparano i giocatori, principalmente passa le trasferte in compagnia degli altri arbitri e ciò lo aiuta a non sentire la lontananza da casa. Poi, quando sale sulla sedia entra in una bolla di vetro e segue solo la pallina. Oggi, dopo una carriera di ventisei anni, Romano può fieramente dire di non aver mai rifiutato una partita e di non esser mai sceso dalla sedia per andare in bagno durante una partita. Inoltre scopriamo, che fino a qualche anno fa le finali venivano arbitrate dal giudice che meglio si distingueva durante il torneo, mentre ora tutto viene deciso a tavolino prima.


La tecnologia si è molto sviluppata in questi anni, dall'uso del hawk eye ad addirittura togliere i guardalinee ai Next Gen di Milano. Oggi molto lo fa il computer, soprattutto in caso di palle dubbie, anni fa gli arbitri dovevano avere una personalità forse e saper ben parlare. Chiaramente, l'arbitro portava la sua personalità, la correttezza e la serietà dentro e fuori al campo.



CURIOSITÀ DA ARBITRI SECONDO ROMANO GRILLOTTI


Giocatore modello: Stefan Edberg

Il giocatore pazzo: John McEnroe e Jimmy Connors

Il pubblico più pazzo: i brasiliani alle Olimpiadi, suonavano incessantemente le trombe e le sentivo anche di notte

Il torneo più bello: US Open

Chi non hai arbitrato e vorresti recuperare: Björn Borg (ha smesso poco prima che Romano iniziasse la sua carriera)

Grandi partite arbitrate: finali Internazionali d'Italia Roma 2006 Nadal-Federer e finali Master Hannover '99 Sampras-Agassi




Volete riascoltare l'intervista? È disponibile a questo link



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