«La mia verità non è la vostra: sta a voi entrare in campo e provare» Patricio Remondegui
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  • Immagine del redattoreRiccardo Riosa

«La mia verità non è la vostra: sta a voi entrare in campo e provare» Patricio Remondegui

È un onore poter avere l'esperienza di Patricio Remondegui a Sotto Rete. L'allenatore argentino sceglie di trasferirsi in Italia, ma ci certo non si ferma qua. Crede fermamente – tutt'ora – nella formazione continua, infatti si forma con Nick Bollettieri negli Stati Uniti e persegue una costante ricerca per il resto del suo percorso. Impara l'importanza di qualità come energia, disciplina, intensità, motivazione e comunicazione, scegliendo successivamente quali sono quelle che secondo lui un coach dovrebbe sempre considerare come fondamentali: passione, professionalità e comunicazione. La terza è essenziale, infatti l'allenatore oltre a sapere deve essere in grado di trasmettere. Ogni giocatore inoltre deve ricevere attenzione e approccio dedicati. Ciò si è visto in particolar modo con le sorelle Serra Zanetti, atlete tra le top 100 mondiali, anzi Patricio avrebbe utilizzato metodi ancor più differenti.


Oggi le sfide sono diverse, non perché sia aumentata la velocità, così non è, bensì il ritmo ha assunto un tempo più sostenuto.


Infatti a Patricio capita di usare il metronomo e la musica in campo, non per velocizzare il gioco dei giovani, ma per rallentare il gioco che tendenzialmente è potente. «Quando mi viene chiesto da un nuovo giocatore di farsi allenare da me, per prima cosa valuto le statistiche, guardo i video e propongo un periodo di prova, per valutarci a vicenda. Non voglio essere dipendente da un giocatore».Una cosa da tenere a mente? Non aver paura di andare a chiedere ai migliori.


Oggi i giovani hanno la tendenza a cercare scuse, Patricio sa che l'importante è essere coscienti del perché si ha perso o anche vinto: post partita si analizza quello che è successo. Poi si va a creare una scheda per ogni avversario, che si va a implementare di volta in volta.


Per entrare nei top 100? «Ci vuole almeno una di queste 4 cose: uno straordinario talento, un straordinario colpo, un straordinario fisico o c'è da lavorare veramente forte».


Per chi volesse seguire Patricio Remondegui troverete di seguito i link a:



Il circolo dove è direttore tecnico:



Libri consigliati:


Il piccolo manuale del talento: https://amzn.to/2wMCmRU


Il tennis e l'arte di allenare la mente: https://amzn.to/2WPWrBr


Volete riascoltare l'intervista? È stata divisa in due disponibili ai link sotto:






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