L'occhio di Roberto Dell'Olivo: dal suo obiettivo ci passa la storia del tennis
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  • Immagine del redattoreRiccardo Riosa

L'occhio di Roberto Dell'Olivo: dal suo obiettivo ci passa la storia del tennis

Roberto Dell'Olivo nasce a Belluno e si appassiona presto al tennis. Presto scopre di voler fare il giornalista pubblicista e si dedica a più discipline sportive, recentemente collaborando con il Gazzettino. La carriera nei grandi eventi inizia alle Olimpiadi di Sydney nel 2000 fotografando l'argento olimpico nel tiro a volo Deborah Genisio, anche lei del bellunese.


A Montecarlo conosce Ubaldo Scanagatta di UBI Tennis che gli propone collaborazione e – data la minore inclinazione alla scrittura – gli propone di lavorare esclusivamente come fotografo, così Roberto coglie l'occasione di sviluppare il suo hobby, sempre mantenendo una diversa fonte di reddito primario.


Il ruolo del fotografo nel tennis è particolare: ha un rapporto amichevole con i giocatori, più dei giornalisti, e deve seguire delle regole con rigore – vietati i selfie con i giocatori, come anche gli autografi, nonché vietate foto nelle zone neutre, pena l'espulsione dal campo. Gli accrediti per poter stare a bordo campo si ottengono tramite testate giornalistiche, ma è ancor più consigliabile iniziare a lavorare con tornei piccoli e poi, salendo, esser già riconosciuti da chi lavora sul campo.


Quante foto si fanno durante un torneo? Il numero è variabile: alcuni tornei mettono a disposizione macchine fotografiche a noleggio – in questo caso non si usura la propria e si fanno molte foto in più. Possiamo dire che oggigiorno durante una finale si possono fare tra le 1000 e le 1200 fotografie. I tempi sono cambiati, anni fa gli scatti servivano esclusivamente per i giornali, l'ingresso del web nella nostra quotidianità ha velocizzato così tanto il lavoro da avere oggi macchine con wi-fi incluso per poter inviare più velocemente le immagini. E perché no, anche ai giocatori che le richiedono o agli allenatori che necessitano di sequenze di foto.


Il momento più doloroso? «Una pallonata. Su servizio di Wawrinka ai Roland Garros, avevo il segno sulla spalla per due giorni!».

I più fotogenici? «Serena Williams per l'abbigliamento e Roger Federer per la disponibilità, ma da dire anche Rafa Nadal per la presenza con il pubblico sia in caso di vittoria che di sconfitta. E aggiungerei anche l'arbitro Lahyani, un vero personaggio».

Le tre caratteristiche per il fotografo di domani? «Per prima cosa conoscere lo sport fotografato per riconoscere lo scatto interessante, di conseguenza la rapidità ed infine saper usare i software di post-produzione».



Per chi volesse saperne di più sul lavoro di Roberto Dell'Olivo troverete di seguito i link a:



Volete riascoltare l'intervista? È disponibile a questo link



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